sabato 8 dicembre 2012

Natale con Emergency

Anche questa è una buona idea 
per i regali di Natale!

domenica 2 dicembre 2012

Consiglio comunale del 29/11/2012


Giovedì 29 novembre alle ore 21,00 si è tenuto il Consiglio comunale che ha discusso il seguente ordine del giorno. 

Spettatori presenti: nessuno

Il Sindaco ha dato comunicazione che Stacchiotti subentra a Montesi come Capogruppo di Agugliano ci Unisce. 
Inoltre, siccome nel Consiglio dell’Unione svoltosi nello stesso pomeriggio abbiamo chiesto un percorso partecipato per arrivare al conferimento all’Unione dei Comuni di tutte le funzioni e di tutto il personale del Comune, il Sindaco ha promesso un Consiglio comunale per discutere dell’argomento. Staremo a vedere…
Per quanto riguarda l’assestamento generale al bilancio di previsione, sul quale ci siamo astenuti, il Sindaco ha contestato quanto riportato nel nostro volantino e ha definito “limature” i tagli ai servizi sociali.
Sarebbe da chiedere alle famiglie interessate se loro vivono questi tagli come “limature”…
Ha lamentato ancora i problemi causati dalla neve e i minori trasferimenti erogati dallo Stato e detto che avessimo la discarica come il Comune di Maiolati non avremmo problemi di bilancio…
Ha poi sostenuto che se non avessimo il contributo per il fotovoltaico staremmo molto peggio.
Tutte cose vere, ma che ci sentiamo ripetere ad ogni Consiglio!
Abbiamo votato contro all’adeguamento al programma delle opere pubbliche che ha riguardato le modalità di finanziamento della centrale a bio masse.
Il Sindaco ha sostenuto che questa centrale è meno inquinante delle caldaie singole e che potrà servire non solo all’IP5 ma anche al centro storico e che tanto andrà essenzialmente a metano.
Su quest'ultima affermazione ci piacerebbe sapere cosa ne pensa la Regione che ha concesso 765.000 euro per farla andare a bio masse…
Ha poi sostenuto che nelle assemblee pubbliche fatte nel 2010 è stato parlato anche della costruzione della centrale e che non è colpa sua se la gente non partecipa.
Visto poi che il PD nel suo volantino ha ironizzato sui tanti boschi presenti nelle nostre zone, ci ha fatto sapere che sotto la selva di Gallignano sono stati piantati dei pioppeti.
Peccato che nelle zone dove esistono queste centrali siano costretti ad importare legname dall’estero, altro che pioppeti sotto la Selva di Gallignano!
Ha poi dato la colpa dell’edificazione dell’IP5 alla precedente amministrazione (tanto per cambiare!). Quando abbiamo ricordato che l’operazione serviva per poter de localizzare le industrie poste in mezzo alle case di via Gavone, l’ex Capogruppo Montesi ha ribattuto che bastava aspettare che fallissero (e poi vengono a parlarci di politica industriale…)
I punti n. 4 (Aumento del capitale sociale mediante emissione di nuove azioni della società pubblica partecipata “Multiservizi S.p.A.”) e n. 5 (Approvazione della richiesta da parte della “Multiservizi S.p.A.” di rinnovo del finanziamento, presso gli istituti di credito, per la realizzazione degli interventi del piano d’ambito, approvato con deliberazione dell’assemblea AATO n. 2 del 04 febbraio 2008. Determinazioni conseguenti) sono stati ritirati.
Ci piacerebbe capire perché li mettono all’ordine del giorno se poi hanno intenzione di ritirarli…
Abbiamo votato a favore dell’adozione del regolamento comunale per la monetizzazione delle aree destinate a parcheggio anche perché in Commissione consiliare è stato accettato un nostro emendamento che limita al massimo la possibilità di monetizzare gli standars urbanistici nelle zone di espansione o di nuovo insediamento.
Abbiamo votato a favore anche all’adeguamento del piano di classificazione acustica ai sensi della L.R. n. 28/2001 inviando però alla conseguente stesura del regolamento applicativo in assenza del quale questo strumento rimarrebbe “zoppo”.
Infine c’è stata la comunicazione di due prelievi dal fondo di riserva effettuati con delibera di Giunta n. 170 (€ 3.146 per un incarico di accertamento danni causati su una proprietà privata) e n. 185 (€ 2.000 per il ricorso avverso il giudizio della Commissione. 

giovedì 15 novembre 2012

Il massacro di Gaza














Il sangue continua a scorrere nella "Striscia della morte". Nel giro di pochi giorni siamo di nuovo a parlare di ciò che sta accadendo in Palestina, dove si è intensificata l'offensiva armata da parte dello stato di Israele. Non possiamo non ripeterci, tutto avviene nel totale disinteresse della comunità internazionale e ovviamente, della UE. Netanyahu, bisognoso di consensi in vista delle imminenti elezioni, l'aveva preannunciato, e così è stato! L'operazione "Pilastri della difesa" è iniziata con una prima e già micidiale offensiva aerea denominata "Colonna di nuvola" che non ha mancato di dare subito gli esiti nefasti che la cronaca ci riporta: 10 morti e decine di feriti, molti dei quali bambini che secondo testimonianze oculari sarebbero stati ritrovati carbonizzati.

Il colpo grosso di Israele, è venuto con l'uccisione del comandante militare di Hamas, nonché leader della Brigata al-Qassam, Ahmed al-Jabariun. Le vite umane non si differenziano tra loro, ma quando si viene a conoscenza dell'uccisione di una bambina di 7 anni, tanti ne aveva Ranan Arafat, e persino di un'altra "piccolissima creatura" di appena 11 mesi, non si può che rimanere inorriditi!  Missili e bombe fendono l'aria, incuranti del possibile bersaglio; il valore di un essere umano si azzera, come fosse carne da macello, solo per il fatto di essere palestinese.
Tra i piani di Israele non si esclude persino una più vasta offensiva terrestre con lo scopo di colpire la resistenza palestinese. Se ciò avvenisse potremo ritrovarci di fronte ad una seconda strage, simile a quella di "Piombo fuso". La "nomination" dell'anno è ormai avvenuta, incoronando Obama per la seconda volta. Forse è per questo che dal Pentagono arrivano attestati di appoggio all'azione israeliana!  Gli Stati Uniti l'evoluzione della situazione a Gaza ribadendo il pieno sostegno al diritto di Israele di . Ad affermarlo è uno dei portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Stephen Warren. La posizione degli Stati Uniti è dunque quella di "solidarietà con il partner Israeliano, nel suo diritto di difendersi contro il terrorismo". La Democrazia di Obama avvalla "il diritto di Israele alla legittima difesa"! ...Ma di quale legittima difesa si parla?? Abbiamo già avuto modo di affermare, portando persino la testimonianza di autorevoli Docenti di Diritto internazionale, che la sproporzione delle forze in campo non può legittimare alcun diritto ad attaccare con ferocia, soprattutto avvalendosi di strumenti bellici devastanti. Le ragioni di questa rapida escalation di violenza potrebbero essere diverse; da non sottovalutare quella di una sorta di prova generale in vista di un attacco all'Iran, oppure una delle ormai tipiche prove di forza che Israele compie nei confronti di una Palestina ormai davvero provata da decenni di logorante quanto lenta agonia. Restano i fatti. Siamo di fronte ad un massacro in piena regola, ripetuto tra l'indifferenza generale, e come abbiamo visto, persino dall'incredibile solidarietà di paesi "potenti" (anche se scritto con la "p" minuscola!). Non possiamo aspettarci molto dalla comunità internazionale, e la sola cosa che possiamo fare è cercare di sostenere con forza la "voce" dei movimenti. La sinistra ha un ruolo ovviamente di primo piano in questo percorso, e non può disattenderlo. Occorre che sia fatto con intelligenza e soprattutto con la massima consapevolezza di ciò che si vuol portare avanti. Abbiamo bisogno di alzare il livello della discussione per favorire un percorso di pace. Occorre entrare nel merito delle vere contraddizioni, nelle debolezze che dietro la maschera del "gigante" forte e prepotente, lo stato di Israele porta con sé. Le parole di Luisa Morgantini, già vicepresidente del parlamento europeo e membro della delegazione UE per le relazioni con la Palestina, in visita nei Territori, ci consegnano un quadro importante: "In atto c'è un processo enorme di colonizzazione, l'occupazione militare cresce e Israele diventa sempre più uno Stato malato, chiuso in se stesso e razzista verso gli stessi israeliani, poveri o laici". Un motivo in più per capire che la Religione è cosa ben diversa dall'agire politico e guerrafondaio di uno stato... Le proteste e gli attacchi (di qualunque tipo) contro i luoghi di culto religioso, come le sinagoghe, non possono essere azioni percorribili né tanto meno da giustificare. Cosa ben diversa, è invece quella di denunciare senza sosta e con decisione, le atrocità che il popolo palestinese subisce ormai da tempo immemorabile. Un popolo che da anni, sotto il cielo di Gaza, si trova a dover lottare con ogni mezzo per non trovarsi scippato dello stesso diritto a vivere.

giovedì 1 novembre 2012

Consiglio comunale del 30/10/2012



Martedì 30 ottobre si è tenuto un Consiglio comunale per discutere il seguente i punti sotto riportati.

Spettatori presenti: tre.

Il primo punto ha riguardato l’approvazione dei verbali delle ultime tre sedute. Non ci sono state comunicazioni del Sindaco.
La modifica al Regolamento per la costituzione del Gruppo comunale di volontariato di protezione civile riguardava la possibilità di inserimento nel gruppo da parte dei sedicenni. 
Su questo punto ci siamo astenuti in quanto lo consideriamo problematico e visto che la Regione Marche sta predisponendo un nuovo Regolamento in materia.
La revoca del piano di lottizzazione della scheda d’ambito IP 18 è stato ritirato.
Il quarto punto era relativo ad una variante puntuale al P.R.G. in località La Chiusa e ha riguardato una piccola riperimetrazione dell’area 4 dell’ I22, il mantenimento delle destinazioni d’uso esistenti legate all’attività agricola per l’ambito TR4 e l’inserimento nelle prescrizioni particolari delle schede d’ambito IP20 e IP 21 di una norma che consentisse la possibilità di spostare la SUL del manufatto esistente all’interno di un’area dell’ambito IP20. 
Su questo punto ci siamo astenuti.
Ci siamo astenuti anche sulla convenzione col Comune di Camerata Picena per la gestione associata del servizio di messo notificatore comunale in quanto non ci erano sufficientemente chiari i termini, soprattutto economici, della questione. 

giovedì 25 ottobre 2012

Quando i numeri svuotano il carrello della spesa


di Silvia Truzzi

La società Swg ha presentato a Cernobbio una ricerca sui “comportamenti degli italiani in tempo di crisi”. Le interviste sono state fatte dal 5 al 10 di ottobre, lo riporta la Stampa: rispetto a un anno fa aumentano le famiglie in difficoltà (una su quattro) e quasi la metà (il 48%) crede che la situazione peggiorerà. E poi: sei italiani su dieci conservano gli avanzi e li riutilizzano, il 53% ricicla anche gli abiti vecchi.
Al supermercato non si compra nulla di superfluo, si compra meno di tutto e la metà dei consumatori acquista prodotti in offerta. Il sondaggio è stato commissionato da Coldiretti e alla presentazione il presidente Sergio Marini ha giustamente lanciato l’allarme: “Il previsto aumento dell’Iva costerebbe oltre mezzo miliardo solo per le spese alimentari”.

Un paio di giorni fa la Caritas ha diffuso i suoi dati: oltre 31 mila persone si sono rivolte alla Caritas nel 2011 (per il 70,7% stranieri e per il 28,9% italiani). Rispetto al 2009 sono aumentati del 51,3% gli anziani, del 65,6% i pensionati, del 177,8% le casalinghe.

L’Istat invece c’informa che il Pil è in caduta libera (i dati si riferiscono al secondo trimestre 2012): meno 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2011. E che la spesa dei nuclei familiari ha registrato un calo del 3,5%, dovuto a diminuzioni del 10,1% degli acquisti di beni durevoli, del 3,5% per quelli non durevoli e dell’1,1% per gli acquisiti di servizi.   

Già a fine 2011, a Roma, la Caritas spiegava come la povertà stesse aggredendo il ceto medio e facendosi un giretto nei mercati rionali a Testaccio, a Trastevere, a Monteverde, non fosse infrequente incontrare persone “normali”, che per anni erano stati clienti abituali dei banchi di verdura e pesce, avvicinarsi con circospezione alle casse di rifiuti e prendere una mela bacata, un pomodoro marcio o un carciofo avvizzito. Dal macellaio sempre più persone acquistano una fettina di carne e poi chiedono gli scarti per un cane o un gatto che non hanno.

A Rovigo qualche giorno fa un 55enne disoccupato è stato scoperto (e menato, a causa dei rumori molesti: no comment) da un vicino di casa mentre rovistava nel cassonetto dei rifiuti in cerca di cibo. L’uomo ha spiegato di farlo abitualmente perché ha fame. Ecco: a luglio dell’anno prossimo scatterà l’aumento dell’Iva di un punto percentuale, da 21 a 22%, su praticamente tutti i prodotti, scaricando l’aumento dei prezzi sulle tasche già vuote dei cittadini consumatori. In queste poche righe si avvicendano molti numeri che piacciono tanto ai nostri attuali tecno-governanti.

Basterebbe che alzassero la testa dai loro pallottolieri per capire che oltre l’orizzonte dei tanto osannati mercati e dell’onnipresente spread c’è un paese che ha fame: la ex classe media è in enorme difficoltà e quelli che fino a qualche tempo fa si arrangiavano, ma vivevano dignitosamente, invece, sono disperati.

da ilfattoquotidiano.it

venerdì 5 ottobre 2012

De Gennaro e il Pd



di Norma Rangeri

«Sono certo che il prefetto De Gennaro, nel suo nuovo incarico istituzionale, potrà efficacemente portare avanti il suo impegno...», così Massimo D'Alema, l'11 maggio, salutava la nomina a sottosegretario del governo Monti dell'uomo che ai tempi del massacro alla Diaz era il capo della polizia. La stessa persona che nelle motivazioni della Corte di Cassazione interpreta il ruolo del fantasma del palcoscenico, l'ispiratore di una repressione disumana, segnata da efferatezze che ancora oggi si fatica a leggere nei particolari descritti dai giudici. Quel poliziotto d'Italia che non volle fermare le squadracce spinte, invece, a emulare un clima cileno, nel cuore dell'Europa, quando l'Italia berlusconiana sospese la democrazia con il sangue di ragazzi inermi. Lo stesso uomo che la Cassazione ritiene responsabile di aver sollecitato il meccanismo della pura violenza nel tentativo di riscattare l'onore perduto di una polizia che non aveva saputo vigilare sull'ordine pubblico nei giorni del G8.
Il comando di procedere ad arresti indiscriminati avrebbe prevalso sull'obbligo di osservare leggi e diritti.
Il cinismo del responsabile del Copasir appare oggi tanto più imbarazzante di fronte al pesante giudizio pronunciato dall'alta magistratura. E se D'Alema perse allora un'occasione per tacere, tuttavia le sue parole di encomio per De Gennaro si rivelano lo specchio perfetto dell'inverosimile silenzio della politica. La controprova del mutismo colpevole del Pd, il partito che si propone agli italiani come niente di meno che il baluardo della tenuta democratica.
Il segretario del Pd è intensamente impegnato negli affari interni del partito, preso dalle ingarbugliate vicende della campagna elettorale delle primarie. Non ha tempo da perdere, neppure una parola da spendere per sottolineare l'enormità della permanenza in uffici di governo del primo responsabile politico dei fatti di Genova. Il suo silenzio è il segno, un altro, della mancanza di una leadership affidabile, anche solo dal punto di vista della difesa della democrazia.
Tace Bersani e tace Monti, ciascuno testimone dell'ipocrita diatriba tra politici e tecnici. E, silenzio per silenzio, tanto vale tenersi Monti che almeno non si appende sul petto la medaglia di uomo di sinistra.
Solo Paolo Ferrero, solo il radicale Marco Perduca, solo l'allora portavoce del social Forum, Vittorio Agnoletto, hanno chiesto in queste ore le dimissioni di De Gennaro. Poche voci fuori dal coro a cui naturalmente aggiungiamo anche la nostra.
PS: A Bersani e a Monti fa compagnia un terzo silenziatore: il Corriere della Sera. In prima pagina nessuna notizia sulle motivazioni della Cassazione.

Il Manifesto - 04.10.12

venerdì 28 settembre 2012

Consiglio comunale del 27/09/2012


Giovedì 27 settembre alle ore 21,00 si è tenuto il Consiglio comunale che ha discusso i punti sotto riportati.
Spettatori presenti: due.


Le comunicazioni del Sindaco hanno riguardato alcune iniziative come inaugurazioni e mostre.
E’ seguita poi l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti (9 luglio, 23 agosto e 6 settembre).
Il punto successivo ha riguardato un prelievo dal fondo di riserva di 8.000 euro di cui 3.000 per spese relative ad un ricorso al T.A.R. 
Abbiamo chiesto al Sindaco che cosa riguardava questo ricorso, ma ci ha risposto che non se lo ricordava perché ne abbiamo diversi. Preferiamo non commentare…
E’ seguita una variazione al bilancio di previsione sulla quale ci siamo astenuti così come sul punto successivo cioè l’atto ricognitivo a salvaguardia degli equilibri di bilancio ai sensi dell’art. 193 del D. Lgs. 267/2000, con il quale viene dato atto del permanere del pareggio di bilancio e dell’assenza di debiti fuori bilancio. 
E ci mancherebbe altro, visto che appena due mesi fa abbiamo ripianato un debito fuori bilancio di quasi 200.000 euro!
Ci siamo astenuti anche sull'approvazione del regolamento per l’effettuazione delle spese di rappresentanza e per le spese connesse al funzionamento degli organi di governo in quanto questo regolamento non fissa i limiti di spesa. 
Ad onor del vero, nel nostro Comune non si è mai abusato di questo strumento, ma il caso Lazio poteva far riflettere…
La modifica al regolamento per la costituzione del gruppo comunale di volontariato di protezione civile, che vorrebbe permettere ai minorenni la partecipazione, seppur discusso è stato rinviato in quanto la 1^ Commissione non aveva espresso il proprio parere perché in sede di esame non aveva avuto informazioni ritenute essenziali ai fini di un parere appropriato.
L’ultimo punto, cioè l’accorpamento al demanio stradale di un frustolo di terreno in via Lesti, riguardava l’acquisizione oggi di una parte del terreno dove sorge l’acquedotto che per errore non era stata acquisita negli anni ’80.  

martedì 18 settembre 2012

"Sono i bambini che seducono i preti"


 Le scioccanti rivelazioni di un frate francescano
 
Padre Benedict Groeschel è un frate francescano, piuttosto noto negli Stati Uniti per essere stato il fondatore dell'ordine monastico del Rinnovamento.
Già autore di libri di successo e protagonista di alcuni programmi televisivi, questa volta ha raggiunto la massima popolarità, anche oltre i confini degli States, per alcune dichiarazioni che definire choccanti è poco. Intervistato dal National catholic register, a proposito dello scabroso tema degli abusi sui minori da parte dei prelati, padre Groeschel ha argomentato in questo modo: “Spesso accade che sia il bambino a sedurre il prete e non viceversa”.
Groeschel, nel corso degli anni vicino a diversi prelati accusati di violenze, ha provato a spiegare le sue ragioni.
“La gente ha in mente quest'immagine di persone con cattive intenzioni, praticamente degli psicopatici. Ma non è così, Mettiamo il caso di un uomo in preda a un serio esaurimento nervoso e di un giovane che gli si avvicini. In molti casi è proprio quest'ultimo a sedurre il sacerdote”, ha aggiunto. Poi, ha rincarando la dose, affermando che nella maggior parte dei casi, trattandosi di relazioni eterosessuali, o comunque tra uomini e ragazzi, non è possibile parlare di crimini: “Non penso che i preti coinvolti in simili episodi debbano andare galera, perché non avevano intenzione di commettere alcun crimine”.

domenica 9 settembre 2012

Ora una "legge Martini" sul fine vita


Addio a Carlo Maria Martini, profeta del Concilio
di Paolo Flores d’Arcais, da il Fatto quotidiano, 6 settembre 2012  

Giulia Facchini Martini, nipote del cardinale Carlo Maria Martini, ha raccontato con semplicità toccante la morte dello zio, con una lettera che comincia così: “Caro zio, zietto come mi piaceva chiamarti negli ultimi anni quando la malattia ha fugato il tuo naturale pudore verso la manifestazione dei sentimenti, questo è il mio ultimo, intimo saluto”. Ci sono brani della lettera che riguardano soprattutto e forse solo i credenti, per i quali “lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi” dopo la morte, dopo che “lì sul letto rimaneva soltanto l'involucro fisico”. Ma ce ne sono altri che ci riguardano tutti, riguardano da vicino ogni cittadino (e del resto, non è stata proprio questa cifra della presenza del cardinale a capo della diocesi di Milano a spingere tanti agnostici e atei a dargli l’estremo saluto ?). 

Scrive Giulia: “Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell'importanza della buona morte”. E sente che parlarne è un dovere, quando vede un malato di Sla che va incontro al feretro. Perciò si rivolge così allo zio: “Avevi paura, non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede. Ne avevamo parlato insieme a marzo e io, che come avvocato mi occupo anche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere in modo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto ricevere. E così è stato”. Ma di questo già è stato scritto, del rifiuto della nutrizione e idratazione artificiali che una sciagurata legge vorrebbe invece rendere obbligatoria per molti morenti. Più importante quello che segue: “Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllo del tuo corpo, di morire soffocato (…). Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quando non ce l’hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dottoressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompagnano alla morte, ti ha sedato”. 

Carlo Maria Martini ha deciso, deciso liberamente e sovranamente, il momento in cui voleva perdere definitivamente conoscenza, non “vivere” più la propria agonia e la propria morte. Questo e non altro, infatti, significa essere sedati. Non sentire più nulla, non provare più nulla, essere “fisicamente non cosciente” (anche se un credente crede, e dunque anche Giulia lo riafferma, che lo spirito misteriosamente resti presente nella sedazione, proprio come presente sarà anche nella morte e dopo, per l’eternità). Essere già, soggettivamente, nel sonno eterno, nell’eterno riposo, nella fine irreversibile di ogni sofferenza e di ogni angoscia. 

Carlo Maria Martini ha giustamente goduto della libertà di scegliere il momento in cui dire basta, essere sedato, non dover provare più nulla, il momento in cui “una dottoressa con due occhi chiari e limpidi” ha compiuto il gesto che il malato ha chiesto. Questa è l’“alleanza medico-paziente”, troppe volte invocata a sproposito e sadicamente, per imporre al paziente ore e giorni di vigile sofferenza che vorrebbe rifiutare. 

Carlo Maria Martini ha goduto di un privilegio, mentre avrebbe dovuto godere di un diritto. Un privilegio, perché ogni giorno in ogni ospedale italiano ci sono esseri umani, “soggetti deboli”, che rivolgono la stessa richiesta, essere definitivamente sedati, non dover provare più nulla mentre il loro organismo si avvia verso l’ultimo respiro, e che non vengono esauditi, non trovano la loro “dottoressa con due occhi chiari e limpidi”, ma la disumana durezza burocratica che quella sedazione definitiva rifiuta. Malati terminali che per ore, giorni, settimane, sono costretti alla mostruosa altalena di periodi di sedazione alternati a periodi di veglia e coscienza, saturi di quelle angosce che il cardinal Martini ha giustamente preteso di evitare, di non percepire, di lasciar vivere al suo organismo ma non al suo essere cosciente. Ora attraverso le parole affidate alla nipote, chiede a tutti, dunque in primo luogo alle istituzioni “di condividere i suoi [del morente] timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia”. 

Ecco, io credo che il modo migliore per onorare il cardinal Martini sarebbe una “legge Martini” che stabilisca in modo inequivocabile il diritto di ogni malato di scegliere il momento in cui ricevere una sedazione definitiva che lo accompagni in perfetta e irreversibile incoscienza alla morte dell’organismo. Ma sono ancora più certo che la Chiesa gerarchica e i politici che ne sono succubi (quasi tutti, anche a “sinistra”) e gli atei devoti e i falsi liberali che imperversano nei media e il cui nome è Legione, troveranno mille cavilli per dire no. 

martedì 4 settembre 2012

Si può ancora essere fieri di far parte di un partito...

TERREMOTO
LA CAMPAGNA DEL PARMIGIANO PARTIGIANO DEI GAP E DEL PRC 
HA FUNZIONATO. PAROLA DI CASEIFICIO



Ci sono lettere che la grande stampa non riporta perchè non fanno notizia, ci sono storie che molti dei nostri compagni e delle nostre compagne porteranno dentro raccontandole un domani ai loro figli o nipoti. Sono storie di pratiche sociali, di solidarietà attiva, valori scritti nella storia che nessun vento qualunquista cancellerà. Leggendo queste righe di ringraziamento al nostro partito per il progetto "parmigiano partigiano", scritte da parte del Caseificio Novese colpito dal sisma, ho provato grande emozione, come l'hanno provata tutti i compagni e le compagne che si sono adoperati per questa iniziativa. Il PRC come è successo durante il terremoto aquilano è intervenuto nella bassa modenese, tirandosi su le maniche, lavorando con altre associazioni per costruire processi di autorganizzazione e dando una mano concreta a che ne aveva bisogno. L'abbiamo fatto con umiltà, lontano dalle passerelle dei media, mettendo a disposizione i pochi strumenti che abbiamo.  Questa lettera che ci ha inviato il Caseificio Razionale Novese ci dice che politica non è solo comunicati stampa, che la sinistra quando fa la sinistra dimostra ancora di essere la parte migliore del paese. Sentitevi orgogliosi compagni e compagne della comunità che abbiamo costruito e teniamo viva con il lavoro militante. 
Il socialismo diceva Che Guevara, è la scienza dell'esempio, continuiamo così, con il popolo per il popolo contro la crisi.

Piobbichi Francesco - dipartimento organizzazione e pratiche sociali PRC

CASEIFICIO RAZIONALE NOVESE S.C.A.
Via Provinciale 73
41016 NOVI DI MODENA
TEL.  059-670094    
  
AL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
AI GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE

Cari amici,
al termine di questa lunga e difficile estate desideriamo rivolgervi un saluto ed un messaggio.
Il terremoto che ha colpito la nostra terra ha rappresentato un durissimo colpo per la nostra azienda, mettendo in discussione la sua sopravvivenza, con tutto ciò che questo poteva significare in termini di scomparsa di decine di posti di lavoro e di un sapere professionale che ha saputo negli anni produrre un Parmigiano di alta qualità.
La grande campagna di solidarietà da voi promossa nei nostri confronti e l’acquisto di cospicue quantità di Parmigiano da parte dei Gruppi di Acquisto Popolare e delle strutture territoriali del Partito della Rifondazione Comunista ci hanno permesso di superare un momento di enorme difficoltà e di metterci oggi nelle condizioni di potere affrontare il futuro.
Un’iniziativa, la vostra, che non si è rivolta solo a noi, ma che ha parlato il linguaggio della solidarietà e del mutuo soccorso, valori che hanno rappresentato per la nostra Emilia importanti e imprescindibili elementi per il progresso sociale e civile.
Per tutte queste ragioni desideriamo esprimervi la nostra gratitudine, sicuri che la nostra collaborazione continui anche nel futuro.

Un cordiale saluto.

Il legale Rappresentante
Tosi Germano

domenica 19 agosto 2012

Il lavoro è un diritto

Si era dato fuoco a piazza montecitorio l'11 agosto, a Roma.
Si tratta di Angelo Di Carlo, l'operaio disperato perché senza lavoro da mesi e che dopo il gesto eclatante e disperato è stato soccorso e ricoverato all'ospedale Sant'Eugenio con ustioni sull'85% del corpo.
Il 54enne aveva con sé uno zaino con all'interno alcuni indumenti, un cellulare con in memoria solo il numero del suo avvocato e due biglietti: uno indirizzato al figlio e un altro con la richiesta di contattare il legale.

martedì 14 agosto 2012

La carneficina di Gaza


In assoluto silenzio si consuma la carneficina di Gaza

di Fabrizio Verde

Nell'assordante silenzio dei media continuano a morire palestinesi innocenti nella Striscia di Gaza, le cui strade da una settimana sono lastricate di sangue. Velivoli e carri armati israeliani continuano a scaricare bombe, anche in pieno giorno, anche in pieno centro, con le strade affollate. Una vera e propria guerra asimmetrica. 
Il bilancio è pesante: 16 morti e oltre 60 feriti. Sabato pomeriggio a perdere la vita è Ali Moutaz Al Shawat, un bambino di 5 anni e mezzo che si trovava presso Khan Younis a sud della Striscia di Gaza. Un colpo dell'artiglieria israeliana ha spezzato la sua giovane vita, ferendo suo padre e altre 3 persone. 
L'attivista Rosa Schiano dell’International Solidarity Movement, che risiede da tempo in quel di Gaza è una delle pochissime voci che documentano - attraverso Facebook e il blog di Oliva - i crimini perpretrati dall'esercito israeliano ai danni della popolazione palistinese. Con un modus operandi che ricorda in maniera sinistra quello delle camice brune.
L'italiana recatasi presso l'obitorio dell'ospedale Nasser, ha potuto vedere e fotografare il corpo straziato del bambino. Queste le sue parole affidate al social network Facebook: "Guardate questo bambino guardatelo bene l'ho fotografato stamattina nell'obitorio. Un carroarmato israeliano l'ha ucciso sabato mattina in Khan Younis a sud della Striscia di Gaza. Ali Moutaz Al Shawat aveva 5 anni e mezzo. Queste sono le vittime della follia criminale israeliana. Sono dei pazzi stanno attaccando anche al centro della città in pieno giorno, un altro civile è morto ve lo mostrerò nell'obitorio e molti feriti. Sono da poco tornata a casa con la morte negli occhi e addosso mi viene da vomitare. Vi prego chiedete di fermare questo massacro".
Sembra davvero assurdo che una carneficina di questa portata non venga raccontata, da quegli stessi media che dedicano tanto spazio e dovizia di particolari e d'immagini a quanto accade in Siria. Oppure che quanto si sta consumando in questo lembo di terra martoriata sia relegato in poche righe, senza alcuna immagine che possa andare a scatenare qualche sussulto di coscienza. Alla luce di quanto sta accadendo, una immane tragedia, risulta ai limiti dell'incredibile Rainews che riferisce di presunti festeggiamente nella Striscia di Gaza per il risultato delle elezioni in Egitto vinte dal candidato islamico, ma non menziona neppure i boimbardamenti israeliani in corso.
Intanto nel silenzio più assoluto gli attacchi continuano e il bilancio si aggrava. Solo nella giornata di sabato l'aviazione militare israeliana ha colpito diverse zone della Striscia di Gaza: al mattino il centro di Gaza City e siti di sicurezza di Hamas, provocando 17 feriti. Nel pomeriggio invece è toccato alla zona denominata "Nasser" centrale e molto affollata. 1 morto e 9 feriti il risultato. Il tutto documentato dalla coraggiosa Rosa Schiano.
Evidentemente queste vite spezzate che per Israele costituiscono solamente "danni collaterali" per i nostri organi d'informazione impegnati a  parlare di tutt'altro, non fanno notizia. Questa vera e propria guerra con il suo corollario tragico fatto di lutti e immani sofferenze, vite spezzate e corpi mutilati, non dev'essere raccontata. Fatta eccezione quando si ha la possibilità di sbattere in prima pagina il disumano "terrorista" palestinese.

da tamburilontani.it

domenica 29 luglio 2012

La meglio gioventù del nostro tempo


Appello

Sostiene questo Paese con idee, desideri, progetti, volontariato, azioni concrete, scopre nuovi mondi e inventa il futuro. Eppure è sempre disoccupata, in cerca di lavoro, precaria, senza stipendio.
Studia per dare il meglio di sé e migliorare le vite di tutti e di tutte, ma una volta laureata è costretta ad andarsene.
E’ composta da giovani donne che vivono in un Paese ancora a misura di vecchi modelli maschili, giovani donne che non trovano alcuna opportunità.
Produce ricchezza e non ha niente in cambio: i giovani operai perdono il lavoro; i piccoli imprenditori sono costretti a chiudere l’attività.
Lavora ma in nero e sul lavoro rischia la propria vita e a volte la perde, perché non ci sono tutele e perché allo Stato e alle imprese spesso non interessa investire in sicurezza.
L’arricchiscono ragazzi nati in Italia da genitori immigrati in Italia e che non sanno se in futuro saranno riconosciuti italiani.
Questa è la meglio gioventù del nostro tempo, la gioventù che detiene in Europa il primato come Neet, l’acronimo in cui si ingabbia una generazione a cui non viene riconosciuto quel che già fa o che non può più studiare, lavorare, che non ha mai avuto l’opportunità di contribuire al cambiamento del proprio Paese, mentre la disoccupazione giovanile sfiora il 36%.
In nome di questa generazione il Governo Monti propone una riforma sbagliata, una truffa per tutti e in primo luogo per i giovani. In nome di questa generazione le politiche di austerity del Governo e della BCE cancellano il futuro di tutti, perpetuando lo stesso modello che ha alimentato le disuguaglianze, che ci ha condotto alla crisi economica e al fallimento di un intero continente.
Il disegno di legge sul mercato del lavoro presentato dal governo non risponde ai problemi principali che affliggono la vita di una generazione intera:
- lascia intatta la giungla delle 46 forme contrattuali, comprese quelle che il Governo aveva annunciato di voler eliminare;
- non estende gli ammortizzatori sociali, visto che l’assicurazione per l’impiego lascerà fuori buona parte dei lavoratori precari;
- non prevede nessuna forma di reddito minimo;
- scarica l’aumento di costo dei contratti a progetto sulle buste paga dei collaboratori;
- rappresenta una beffa per le reali partite iva che dovranno pagare di tasca loro l’aumento dei contributi.
Le tante promesse del Governo non sono state mantenute, così i giovani sono diventati il pretesto per precarizzare chi ha ancora un contratto stabile, altro che tutelare i precari!
Si è cercato, in questi anni, di dividere i padri dai figli, le madri dalle figlie, i “garantiti” dai “non-garantiti”. Noi pensiamo che ci siano oggi, come ieri, i ricchi e i poveri, chi vive di sfruttamento e speculazione e chi vive di lavoro. Per questo vogliamo mobilitarci assieme ai nostri padri e alle nostri madri, perché vogliamo unire due generazioni nella difesa dei diritti e nella lotta contro la precarietà, perché non è vero che non c’è alternativa alla disperazione attuale. I suicidi di questi giorni ci parlano di questo: quando si parla di “salva Italia” bisognerebbe pensare a quelle vite spezzate e alle tante solitudini che la precarietà e le disuguaglianze hanno creato.
La precarietà non è un’emergenza del mercato del lavoro, è il più grande attacco alla democrazia italiana degli ultimi decenni. La precarietà significa essere costretti a sopravvivere e si manifesta nella fotografia del diritto allo studio negato, delle scuole che crollano, dell’aumento delle tasse all’università, dell’impossibilità di scioperare o dire no di fronte a un sopruso sul lavoro, di non poter amare la nostra compagna o il nostro compagno, di pagare un affitto o comprarsi una lavatrice ed essere indipendenti, così come lo sono i giovani nel resto d’Europa.
Per noi la precarietà è il messaggio che da vent’anni una classe dirigente ci trasmette: andatevene. Noi vogliamo restare, cambiare le nostre vite e dare un presente al nostro Paese.
Vogliamo poter dire che il nostro problema è la precarietà e l’impossibilità di costruirci un futuro. Ancora prima del posto fisso e dell’articolo 18, ci interessa costruire un paradigma diverso, un altro modello di sviluppo e un welfare diverso, che ricomponga le sue basi sui principali diritti di cittadinanza.
Abbiamo proposte migliori di quelle del Governo. Noi chiediamo di investire su Università e Ricerca, di riconvertire ecologicamente il nostro sistema industriale per creare buoni e nuovi posti di lavoro.
Chiediamo un modello di welfare universale, finanziato dalla fiscalità generale e da una patrimoniale che colpisca chi finora non ha mai pagato la crisi: rendite parassitarie, profitti finanziari, grandi capitali. Un welfare che si faccia promotore e fattore di crescita, personale prima che economica, e insieme garanzia di diritti e tutele.
Chiediamo che venga bandita sul serio la truffa della precarietà. Ad un lavoro stabile deve corrispondere un contratto stabile e i diritti fondamentali devono essere estesi a tutte le forme di lavoro: l’equo compenso, il diritto universale alla maternità/paternità e alla malattia, i diritti sindacali, il diritto ad una pensione dignitosa, la continuità di reddito nei periodi di non lavoro, la formazione continua.
Chiediamo infine un reddito minimo, fatto di sussidi e servizi, per garantire la dignità della vita e del lavoro com’è in tutti i paesi europei (e come definito nella risoluzione del Parlamento europeo 2010/2039, approvata a larghissima maggioranza il 20 ottobre scorso).
E’ necessaria una grande mobilitazione contro la precarietà, per il reddito, per i saperi e per l’estensione dei diritti e delle tutele: per un Paese diverso e per una nuova idea di cittadinanza, fuori e dentro il lavoro.
L’alternativa è il cambiamento, non il mantenimento di pochi diritti e o la versione soft ma non meno triste della precarietà.
Vogliamo un altro Paese e un’altra politica. E vogliamo dirlo noi, non lasciamo più che siano altri a farlo.

domenica 22 luglio 2012

Consiglio comunale


Pubblico scarsissimo. Peccato!



Non ci sono state comunicazioni del Sindaco e i verbali delle sedute precedenti sono stati approvati all'unanimità dopo che da parte nostra sono state chieste alcune correzioni.
Anche il punto due, L.R. 12 ottobre 2009 n. 24 "Disciplina regionale in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinata. Schema di convenzione per l'esercizio unitario delle funzioni amministrative in materia di organizzazione dei servizi di gestione integrata dei rifiuti urbani da parte dell'assemblea territoriale d'ambito (ATA) dell'ambito territoriale ottimale ATO 2 Ancona, è stato approvato all'unanimità.
Sul punto tre, invece, Ricognizione costo complessivo dell'impianto fotovoltaico - Liquidazione saldo alla società pubblica unipersonale Agugliano Servizi S.r.l. - Riconoscimento di debito fuori bilancio ai sensi dell'art. 194, comma 1, lettera e) del D. Lgs. 267/2000, c'è stato il voto contrario di tutta la minoranza. 
Per capire di cosa si tratta, di seguito riporto il mio intervento integrale.

"Con grande difficoltà abbiamo cercato di ricostruire questa spinosa vicenda. 
Col carteggio di cui siamo in possesso cerchiamo di ricostruire almeno i tratti principali. 

- Il 20 aprile, il Dott. Carbonetti inoltra la bozza del bilancio della società “Agugliano Servizi S.r.l. 
- Lo stesso giorno il Dott. Recanatini, revisore della Società, chiede spiegazioni
- Il 23 aprile Agugliano Servizi risponde fornendo una serie di informazioni
- Il 4 maggio i funzionari del Comune (Marchi, Moreschi e Baioni) chiedono ai Revisori della Società e del Comune un parere sui costi indiretti
- Il 7 maggio il Dott. Recanatini risponde che tale parere non è di sua competenza e rinnova la richiesta di conoscere quale sarà l’importo che verrà corrisposto alla società per il fotovoltaico
- L' 11 maggio i Funzionari del Comune invitano il Revisore della Società a rilevare il corretto inserimento dei fatti gestionali al fine di riconoscere alla società i costi indiretti
- Il 14 maggio il Dott. Mastri, Revisore del Comune, risponde che il parere richiesto dai Funzionari del Comune non rientra tra le sue competenze
- Il 16 maggio il Dott. Recanatini risponde ai Funzionari del Comune evidenziando una serie di difformità tra le voci di bilancio e quelle della contabilità
- Il 22 maggio i Funzionari del Comune chiedono alla Società di comunicare i criteri di ripartizione dei costi indiretti e di chiarire i riscontri fatti dal Revisore della Società
- Il 25 maggio la Società risponde che il criterio è stato quello dell’attribuzione di una percentuale indicativa del peso che l’intervento ha avuto nei fatti organizzativi ed amministrativi della Società
- Il 28 maggio la Dott.ssa Marchi trasmette ai Revisori la risposta della Società 
- Il 30 maggio il Dott. Recanatini risponde che non ha elementi per valutare la congruità dei costi generali
- Il 31 maggio il Dott. Mastri risponde di non dover richiedere ulteriori chiarimenti e di non avere osservazioni da fare 

Fatta questa ricostruzione, sicuramente parziale, ci corre l’obbligo di formulare alcune osservazioni.
La prima riguarda la data dell’assemblea indetta per l’approvazione del bilancio della società. 
Se il Revisore della Società il 7 maggio chiede di conoscere quale sarà il corrispettivo che verrà corrisposto alla società, ovviamente non può ancora aver predisposto la sua relazione al bilancio. Quindi, l’assemblea del 27 non è stata rinviata solo per sopraggiunti impegni del socio unico, cioè il Sindaco, come dichiarato dall’Amministratore della Società, ma molto più semplicemente perché il bilancio da approvare ancora non era a posto visto che non c’era ancora la relazione del Revisore. 
Stessa cosa anche per quella del 16 maggio, dato che il Revisore della Società dichiara che solo il 5 giugno ha avuto risposta dal Comune in merito alla sua richiesta di informazioni.

La seconda riguarda il debito fuori bilancio che stasera il Consiglio è chiamato a sanare. 
Il primo aspetto da esaminare riguarda i costi indiretti, ben 142.372,18 euro, costi sostenuti dalla Società fin da 2009. Stranamente vengono fuori solo oggi, a distanza di più di tre anni
Il secondo riguarda le spese anticipate per conto del Comune, pari ad 50.193,90 euro, spese gestite al di fuori di ogni regola amministrativa. 
Su questo punto non c’è neanche bisogno di esprimere un giudizio: i fatti parlano da soli.

Il terzo aspetto riguarda il debito fuori bilancio nel suo complesso
Vale la pena ricordare che il bilancio di previsione è stato approvato solo il 14 giugno scorso, meno di un mese fa, e che in quella sede non è stata fatta nessuna menzione di questo debito di quasi 200.000 euro, debito che già allora era conosciuto da tutti: Amministratori, Funzionari comunali, e Revisore del Comune. 
Quello che ci sorprende più di tutti è proprio il Revisore del Comune che nella sua relazione alla variazione odierna dichiara che il bilancio “richiede ora un aggiornamento alla luce di novità sopravvenute”. 
Ma quali novità sopravvenute, se già a maggio, cioè prima dell’approvazione del bilancio di previsione, era a conoscenza sul tira e molla sulla cifra da riconoscere all’Agugliano Servizi, cifra che in bilancio non c’era!? 

Per concludere, non possiamo far altro che valutare in maniera assolutamente negativa la conduzione di tutta questa vicenda che, guarda caso, riguarda ancora una volta la Società “Agugliano Servizi”. 
Come minimo ci troviamo di fronte ad una pessima gestione di tutta la vicenda. Già solo il fatto che ci accorgiamo dopo più di tre anni che alla Società dobbiamo anche i costi indiretti è sintomatico di dell’approssimazione con cui si è operato
Giudichiamo gravissimo il fatto che questa società venga usata per anticipare spese che il Comune non può sostenere, spese non previste in bilancio e che di conseguenza non seguono un iter amministrativo corretto e che alla fine formano un debito che andiamo a sanare in modo non proprio. 
Giudichiamo infine non corretta l’invocazione della lettera e) dell’art. 194 del T.U.E.L.. 
Dove sarebbe in questo caso l’utilità e l’arricchimento per l’Ente? Forse nel completamento della strada, forse nell’uso del generatore, non certo nelle spese del ristorante, per la pubblicità, per la gestione della società, 
In una corretta gestione si potevano e si dovevano prevedere tutte le spese e non sanare tutto alla fine perché “tanto paga Pantalone…”

Sul punto quattro, Individuazione degli organi collegiali indispensabili, anno 2012 c'è stata unanimità.
Il punto cinque, Attivazione del servizio di distribuzione di acqua potabile refrigerata, microfiltrata, naturale o frizzante. Adozione dello schema di convenzione per l'installazione e la gestione dell'erogatore di acqua potabile e relativa struttura, è stato ritirato.

sabato 7 luglio 2012

Son morti sui vent'anni...


Il 7 luglio 1960 a Reggio Emilia, nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai comunisti sono uccisi dalle forze dell'ordine.
I loro nomi, immortalati dalla celebre canzone di Fausto Amodei "Per i morti di Reggio Emilia": Lauro Ferioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli.
I morti di Reggio Emilia sono l'apice - non la conclusione - di due settimane di scontri con la polizia, alla quale il capo del governo Tambroni ha dato libertà di aprire il fuoco in "situazioni di emergenza": alla fine si conteranno undici morti e centinaia di feriti...
Per non dimenticare!


lunedì 2 luglio 2012

Più il proporzionale è puro, più la democrazia è reale


Se i padri costituenti (gente che di cognome faceva Togliatti, Nenni, Calamandrei, Parri, De Gasperi, Einaudi) optarono per un sistema proporzionale puro un motivo ci sarà stato. Il concetto era semplice: una testa, un voto. E in proporzione la rappresentanza parlamentare. Più il proporzionale è puro, e più la democrazia è reale. Si era appena usciti dal fascismo e parlare di «democrazia» era una cosa seria.
Di un De Gasperi – seppur democristiano – c’era da fidarsi: viveva una missione, non era in missione per conto di. Da un Alfano, sinceramente, non accetterei nemmeno un passaggio in macchina.
Presi dalla solita ansia modernizzatrice – che di solito si traduce in cambiare per peggiorare – abbiamo (anzi, hanno) modificato la legge elettorale nel ‘94, poi nel 2006 e ora ci risiamo. Con una nuova legge che riesce a sintetizzare tutte le peggiori connotazioni della Prima e della Seconda Repubblica.
Nel frattempo, in questi anni che grazie alle prodigiose sorti neo-maggioritarie e porcileggianti ci dovevano garantire governi forti, e governi forti che ci dovevano garantire riforme, e riforme che ci dovevano garantire benessere diffuso, abbiamo avuto: governi traballanti oppure ostaggi di sé stessi, pessime riforme tirate via, malessere diffuso.
C’è un’intera classe dirigente che ha pensato e pensa di far politica grazie alle alchimie elettoralistiche, suprema sintesi del dalemismo più spinto, a sua volta originato dal migliorismo di maniera: quello dei tecnicismi, dell’ingegneria istituzionale, strategie e giuristi al lavoro ma non si capisce mai per fare cosa e in nome di quale idea di società.
Il sottoscritto, e con me quasi tre milioni di italiani (un milione e centomila di voti per la Sinistra Arcobaleno; ottocentottantamila voti alla Destra; trecentocinquantamila voti socialisti; quasi quattrocentomila tra Sinistra Critica e comunisti di Ferrando, e mi fermo qui), da circa quattro anni non è (e non siamo) rappresentati in Parlamento. E c’è il rischio di non esserlo anche da dopo il 2013. I nostri voti valgono meno? Le nostre teste non hanno diritto d’asilo? È questa una democrazia reale e compiuta?

Matteo Pucciarelli

sabato 23 giugno 2012

Capitali in Svizzera


50 miliardi dai capitali evasi in Svizzera: 
cosa aspettiamo?


di Vladimiro Giacchè

Il 17 aprile il Commissario europeo alla fiscalità ha dichiarato la "piena conformità" col diritto comunitario degli accordi stipulati da diversi paesi europei con la Svizzera. Questi accordi prevedono che sui capitali esportati in Svizzera da evasori fiscali sia prelevata una quota sostanziosa che finirà nelle casse dei rispettivi Stati. In cambio, quei capitali potranno restare in Svizzera. L'Austria, che ha siglato un accordo con la Svizzera il 13 aprile, ha fissato l'ammontare di questa una tantum al 30% della cifra complessiva (siamo ben lontani dall'obolo del 5% richiesto a suo tempo da Tremonti).
Se l'Italia imponesse un prelievo del genere sulle somme depositate in Svizzera da residenti italiani, nelle casse dello Stato entrerebbero 50 miliardi.
Monti, che in precedenza si era detto favorevole agli accordi con la Svizzera ma "solo nel quadro di un'intesa comunitaria", ora è diventato disponibile. Ma bisogna fare presto e con tempi certi. Anche perché è sempre più evidente che le misure di finanza straordinaria assunte lo scorso anno (dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti) sono inique. Questo è vero in campo fiscale (contro la progressività prevista dall'art. 53 della Costituzione): si pensi all'aumento delle tasse indirette (che ha fatto ripartire l'inflazione), all'Imu, o alle accise sulla benzina. Ma è vero più in generale: si pensi al blocco dell'indicizzazione delle pensioni a partire dai 1.400 euro lordi, al brusco innalzamento dell'età di pensionamento, alla riduzione dei servizi sociali erogati dagli Enti Locali a causa dei tagli di spesa.
Tutte queste misure hanno colpito severamente la capacità di spesa delle famiglie, ridotto la domanda interna e quindi spinto l'Italia in recessione: infatti chiunque produca per il mercato interno ha avuto un crollo del fatturato.
La Banca centrale europea – che farebbe meglio a riflettere su come fare bene il proprio lavoro – pensa che l'Italia dovrebbe raschiare altri 5 miliardi dal fondo del barile accorpando le province. Noi pensiamo che 50 miliardi prelevati agli evasori sarebbero dieci volte quella cifra. E che, a differenza dei tagli alle prestazioni sociali e dell'aumento delle tasse dirette e indirette, non avrebbero alcuna ripercussione sulla domanda, e quindi alcun effetto negativo sull'economia. Non sarebbe stato meglio partire da lì?

da Il Fatto quotidiano, mercoledì 2 Maggio 2012

domenica 17 giugno 2012

Consiglio comunale del 14/06/2012


Giovedì 14 giugno si è riunito il Consiglio comunale che ha discusso gli argomenti sotto riportati.
Purtroppo il pubblico è stato scarso,come sempre.


Non ci sono state comunicazioni del Sindaco e i verbali delle sedute precedenti sono stati approvati all’unanimità.

All’unanimità è stato approvato anche il regolamento comunale sull’imposta municipale propria (I.M.U.).

Ci siamo invece astenuti su tutti i punti riguardanti tasse e tariffe. In particolare, sulla determinazione delle aliquote I.M.U. per l’anno 2012, che sono state fissate al 4,8 per mille per la prima casa e all’ 8,0 per mille per gli altri fabbricati, l'aggiornamento all’indice ISTAT del 3,2% del valore delle aree fabbricabili all’interno del territorio comunale, alla modifica dell’addizionale IRPEF che è stata portata allo 0,8%. 
Infatti, pur comprendendo le difficoltà in cui versano gli enti locali, non siamo d’accordo sull’impostazione di questi aumenti.

Ci siamo astenuti anche sull’approvazione del piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari ai sensi dell’art. 58 del D. Lgs. 25/06/2008 n. 112, convertito in legge 06/08/2008 n. 133 in quanto non prevede nulla da alienare anche perché, come ricorderete, gran parte del patrimonio immobiliare del Comune è ormai di proprietà della Società “Agugliano Servizi S.r.l.”.

Abbiamo votato contro al punto riguardante l’approvazione del piano triennale 2012 – 2014 delle opere pubbliche ed elenco annuale 2012.
Scatenando le ire del Capogruppo di maggioranza, abbiamo definito questo piano “il libro dei sogni” in quanto esso prevede solo tre opere (la nuova scuola, il parcheggio sotto i mori e l’ampliamento del cimitero del capoluogo) delle quali molto probabilmente sarà realizzato solo uno stralcio di nuovi loculi in quanto esse allo stato attuale non hanno copertura finanziaria…

Abbiamo votato contro anche all’approvazione del bilancio di previsione annuale 2012, del bilancio pluriennale 2012 – 2014 e della relazione previsionale e programmatica in quanto oltre all’aumento delle tasse e tariffe di cui abbiamo parlato sopra prevede anche una serie pesantissima di tagli alle politiche sociali.

Il regolamento per l’effettuazione delle spese di rappresentanza e per le spese connesse al funzionamento degli organi di governo è stato ritirato.

Abbiamo votato a favore dell’approvazione della convenzione con l’associazione “Terra dei Castelli” per il coordinamento delle iniziative di promozione turistica sui territori dei Comuni partecipanti.

Siamo stati costretti a votare contro all’adozione del nuovo regolamento del Consiglio comunale perché, nonostante che noi avessimo accettato tutta una serie di norme che in qualche modo sfavoriscono la nostra azione, la maggioranza non ha voluto mediare sui tempi di risposta alle interrogazioni che passano dagli attuali dieci giorni addirittura a trenta.
E pensare che la nostra proposta era di portare il termine a venti giorni, cioè avremmo accettato il raddoppio dei termini. Evidentemente le nostre richieste danno fastidio…

Abbiamo votato a favore su due ordini del giorno proposti dalla Lega delle Autonomie riguardanti l’imposta municipale propria e il patto di stabilità.

Non abbiamo fatto mancare le nostre proposte quando abbiamo discusso il punto riguardante la verifica delle condizioni di rinnovo delle attività di gemellaggio e i provvedimenti conseguenti.
Abbiamo proposto che i Consiglieri di minoranza siano inviati agli incontri istituzionali con i colleghi di Jonage, che sia relazionato al Consiglio comunale sulle attività di gemellaggio e sul loro esito e che siamo implementate le attività svolte all’interno del territorio comunale al posto delle visite turistiche. Questo potrebbe interessare ed avvicinare le famiglie aguglianesi. Se invece, come accade adesso, i nostri amici francesi passano quasi tutto il loro tempo lontano dal paese, praticamente quasi nessuno si accorge della loro presenza.    

sabato 16 giugno 2012

Non c'è equità senza patrimoniale


di Bruno Contini


Può la seconda fase del governo Monti fare a meno di un ripensamento sull’imposta patrimoniale e/o sulla tassa di successione? I problemi pratici che si frappongono all’introduzione di una imposta patrimoniale sono indubbiamente seri (al di là dell’opposizione politica che troverebbe in Parlamento). Ma sarebbe già un passo avanti se il governo annunciasse l’avvio di una credibile operazione volta a risolverne le modalità di applicazione e fornisse al vasto pubblico una spiegazione esauriente del perché l’Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e di oltre Atlantico.
Dove tale imposta esiste, e fornisce un gettito importante, senza essere messa in discussione neanche dai partiti più conservatori. Ammesso che una valida spiegazione non si riduca alla ben nota questione del livello patologico di evasione fiscale e di esportazione di capitali verso i paradisi fiscali. Come se i paradisi fiscali servissero solo ai ricchi evasori italiani e non a quelli inglesi, tedeschi, francesi – perché ci sono anche quelli - oltre che ai russi e i padroni arabi del petrolio.
La nuova IMU potrebbe configurarsi come una imposta sul patrimonio immobiliare. Ma, sotto questo aspetto, sarebbe molto più equa e convincente se la prima casa ne rimanesse esente o comunque le fosse accordato un trattamento decisamente più privilegiato. La maggioranza degli italiani – anche quelli più tartassati dalla stretta fiscale della prima fase governo Monti - vivono in casa di proprietà. Senza contare che molti, proprietari di casa in una città dove sono nati o hanno avuto il primo lavoro, devono spostarsi altrove perché sono stati trasferiti o hanno trovato un nuovo lavoro, devono pagarsi l’affitto, o più spesso solo una parte di affitto, con il canone che percepiscono nel luogo di origine. Su cui pagano l’IRPEF e potrebbero essere chiamati a pagare l’IMU se non fosse previsto un meccanismo di esenzione non difficile da implementare.
Un’imposta patrimoniale, così come una IMU più equa di quella che sembra aspettarci, non produrrebbe ulteriori contrazioni dei consumi privati, e non avrebbe l’impatto recessivo che la stretta fiscale impone al paese.
E per finire, non si capisce per quale motivo “economico” non venga reintrodotta la tassa di successione, così amata dal vecchio Einaudi, il più illustre di tutti i liberali italiani, proprio in nome di una equità redistributiva che non dovrebbe premiare più di tanto i figli dei ricchi. Anche di questa, ovviamente, se ne capisce il motivo “politico”. Ma il governo dei tecnici non dovrebbe esserne continuamente condizionato, così come sembra darsi il caso su altri provvedimenti, primo fra tutti la riforma del mercato del lavoro.

da sbilanciamoci.info

martedì 22 maggio 2012

Nessuna obiezione ai diritti delle donne



Buon compleanno 194! 


Il 22 maggio 1978 venne approvata una legge che cambiò radicalmente la vita di molte donne: la legge 194 finalmente legalizzava le interruzioni di gravidanza, con l'obiettivo, in gran parte raggiunto, di ridurre drasticamente gli aborti clandestini.
A 34 anni di distanza quella legge è oggetto di fortissimi attacchi – ultimo in ordine di tempo la “Marcia per la Vita” sfilata a Roma lo scorso 13 maggio – da parte di un ampio, e purtroppo trasversale, fronte che vorrebbe forse tornare ai tempi delle mammane e del turismo abortivo.
Oggi come allora è necessario che i cittadini – non solo le donne – facciano fronte comune contro chi vuol far precipitare l'Italia in un buio medioevo dei diritti.
Martedì 22 maggio festeggiamo il compleanno della 194 e diciamo NO ai tentativi di svuotarla e renderla inoperativa, come l'abnorme diffusione dell'obiezione di coscienza.

domenica 20 maggio 2012

Spezziamo il silenzio




Migliaia di prigionieri palestinesi in sciopero della fame e nessuno ne parla: spezziamo il silenzio!

E' dal 17 aprile, Giornata dei Prigionieri Palestinesi, che nelle carceri israeliane migliaia di detenuti palestinesi digiunano per protestare contro il regime disumano cui sono sottoposti.
Sono circa 6.000 i prigionieri palestinesi detenuti in 17 carceri, compresi donne e bambini. 330 sono trattenuti in detenzione amministrativa senza che siano state avviate accuse formali contro di loro. La detenzione amministrativa può durare anche anni e può essere prorogata da una corte militare, senza che ci sia possibilità di appello.
E' superfluo ricordare come un simile regime carcerario violi tutti i trattati internazionali per i diritti umani. Tra i detenuti palestinesi, 28 sono membri eletti del Parlamento, tra cui tre ex ministri. Vi sono anche Marwan Barghouti, leader di Al Fatah, condannato a più di cinque ergastoli, e Ahmad Sa'adat, leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, condannato a 30 anni. Ad oggi metà dei prigionieri è entrato in sciopero.
Quello che chiedono con questo sciopero della dignità e della fame i detenuti palestinesi è solidarietà internazionale e riconoscimento delle loro richieste: 1) la fine della politica di isolamento che viene utilizzata per deprivare i prigionieri palestinesi dei propri diritti; 2) il permesso alle famiglie dei prigionieri provenienti da Gaza di visitare i propri parenti, diritto che viene negato da oltre sei anni; 3) il miglioramento delle condizioni di vita nelle prigioni e la fine della "legge Shalit" che vieta quotidiani, materiali di studio e canali tv; 4) la fine delle politiche di umiliazione a cui i prigionieri e le loro famiglie sono sottoposti: perquisizioni fisiche, raid notturni e punizioni collettive.
Dal 1967 ad oggi, si stima che almeno il 20 per cento della popolazione palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza abbia subito un arresto. La Quarta Convenzione di Ginevra relativa alla Protezione dei Civili in tempo di guerra all'articolo 76 recita che: "Le persone protette accusate di reati saranno detenute nel paese occupato, e se condannate, dovranno scontarvi la loro pena". Israele, in palese violazione di questo articolo, tiene questi prigionieri fuori dal territorio occupato; all'articolo 49 la Convenzione ribadisce: "I trasferimenti forzati, di massa o individuali, come pure la deportazione di persone protette fuori dal territorio e a destinazione della Potenza Occupante o di quello di qualsiasi altro stato, occupato o no, sono vietati, qualunque ne sia il motivo". All'articolo 32 si vieta esplicitamente "omicidio, tortura, punizioni corporali e ogni altra brutalità compiuta da agenti civili o militari": sono centinaia i prigionieri palestinesi morti a causa delle torture subite.
Nella giornata del 29 aprile Ahmed Sa'adat, detenuto nel carcere di Raymon, è stato trasferito in ospedale a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute per il prolungato sciopero della fame. Come lui, molti altri prigionieri sono allo stremo e vedono le loro condizioni di salute peggiorare giorno dopo giorno. Tutto questo accade nel perfetto silenzio dei media internazionali. Pochissimi giornali hanno riportato la notizia di questo grande sciopero della fame.
Vogliamo provare a spezzare questo silenzio e chiediamo a tutte le forze politiche italiane, alle associazioni, ai giornalisti, alla società civile italiana di non rendersi complici di questo silenzio. Lo facciamo con questo articolo e cercheremo ogni mezzo per superare la barriera del silenzio, quel muro di gomma contro cui sempre, da decenni, i palestinesi vedono infrangersi le loro ragioni. Vi chiediamo solamente di parlarne, vi chiediamo di informare l'opinione pubblica, vi chiediamo una presa di posizione. Questo è quanto vogliono e chiedono i prigionieri palestinesi dalla Comunità Internazionale. Questo è quanto ogni palestinese, della diaspora e in Palestina, vi chiede.

di Federica Pitoni - Mezzaluna Rossa Palestinese - Italia

domenica 13 maggio 2012

Diciamo NO allo spreco più grande


l governo italiano ha chiesto a noi cittadini di aiutarlo nella lotta agli sprechi segnalando via Internet quali sono secondo noi le spese inutili da tagliare. 
E noi segnaliamo lo spreco più grande: le spese militari che risucchiano ogni anno miliardi di euro dei nostri soldi.


Qualche esempio?

Guerra in Afghanistan: oltre 760 milioni in un anno 
Acquisto degli F-35: 15 miliardi nei prossimi anni 
Parata militare del 2 giugno: 10 milioni di euro nel 2011




I nostri politici, ‘tecnici’ e non, forse non hanno letto l’ultimo rapporto della Corte dei conti statunitense (il Gao) sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo. O forse lo hanno ignorato, come hanno fatto del resto i mass media italiani.
Nel rapporto viene detto che i nuovi cacciabombardieri (di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro) sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
“Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità”
“Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
“Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.

One Response to La verità della Corte dei conti Usa sugli F-35

lunedì 7 maggio 2012

Gridiamoglielo in piazza!



Appello per la manifestazione del 12 Maggio.

Mai come in questo momento la Costituzione della Repubblica rischia di essere travolta a partire dall’articolo 1: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".
Il valore e la natura stessa della democrazia e dei diritti del lavoro sono infatti gravemente sviliti da controriforme e manovre economiche inique, esplicitamente dettate da poteri politici e finanziari esterni al sistema istituzionale del nostro Paese.
Il Governo Monti, pur formalmente legittimato dal sostegno della maggioranza trasversale di un Parlamento ampiamente logorato nella propria rappresentanza e credibilità, a partire dalle stesse modalità elettorali che lo hanno espresso, agisce al di fuori di un mandato popolare.
L'introduzione del vincolo del pareggio di bilancio subordina l'esigibilità dei diritti sociali e alla salute, all'istruzione, alla previdenza e all'assistenza alle "superiori" ragioni del mercato.
La riforma del lavoro, con lo svuotamento dell'articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione del lavoro precario, segna un salto di qualità nel dominio e nella ricattabilità del lavoro i cui diritti sono già in via di destrutturazione per l'attacco portato dal governo Berlusconi alla contrattazione nazionale e alla democrazia sindacale.
Queste politiche sono tanto inique socialmente, quanto recessive e fallimentari sul terreno economico, e stanno portando il paese in un baratro senza precedenti.
Opporsi a queste politiche e concorrere alla costruzione di un modello sociale ed economico alternativo è pertanto dovere di ogni cittadina e cittadino democratici: è il compito urgente che abbiamo tutti noi, in Italia ed in Europa.
Un'alternativa che contrasti effettivamente la speculazione, usata insieme al debito contratto dagli Stati per salvare speculatori ed affaristi, come una clava per distruggere i diritti sociali.
Un'alternativa volta a redistribuire la ricchezza, a fronte della crescita scandalosa delle disuguaglianze, ad aumentare salari e pensioni, istituire il reddito sociale, riqualificare ed estendere il sistema di welfare.
Un'alternativa che si fondi sulla centralità dei diritti del lavoro, riconverta le produzioni nel segno della sostenibilità ecologica, investa nella conoscenza e nella cultura, ampli la sfera dei beni comuni sottratti al mercato, riqualifichi il pubblico a partire da un nuovo modello di democrazia e partecipazione.
Un'alternativa all'insegna di politiche di pace e cooperazione contro le logiche di guerra con la drastica diminuzione delle spese militari.
Per queste ragioni, facciamo appello a scendere in piazza il 12 Maggio a Roma.

Contro il governo Monti, le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact.
Per difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la Costituzione, per l'Europa sociale.

sabato 5 maggio 2012

Non votare per l’ABC

di Giorgio Cremaschi

Nel pieno della crisi economica e sociale e della devastazione dei diritti e del futuro di lavoratori e disoccupati, improvvisamente compaiono le elezioni amministrative. Viste dal punto di vista della realtà sociale, esse hanno un sentore di truffa. Il Partito democratico, il centro, il partito di Berlusconi, sono stati d’accordo nel portare le pensioni a 70 anni, nel cambiare la Costituzione con la catastrofica misura del pareggio di bilancio, sugli accordi europei con Merkel e Sarkozy, sulla distruzione dell’articolo 18. Sono d’accordo sull’Imu e sulle tasse che vengono imposte sulle buste paga e sulle pensioni. Sono d’accordo su tutte le cose più importanti, eppure i principali partiti che sostengono il governo Monti fingeranno a queste elezioni di scontrarsi, litigheranno per davvero anche per conquistare, in opposizione l’uno all’altro, le amministrazioni. Non vogliamo entrare nel merito delle candidature a sindaco, queste hanno ognuna una propria storia, una propria legittimità. Discutiamo invece proprio del ruolo dei partiti di governo. Un ruolo che prefigura già, in queste elezioni quelle del 2013. Che, se non succede qualcosa, rischiano di essere le più false della storia della Repubblica.

Il governo Monti, infatti, sta impegnando già il prossimo governo e quelli successivi nella continuità dell’attuale politica economica. Lo fa con gli accordi internazionali in Europa come il fiscal compact , lo fa con le scadenze della controriforma del mercato del lavoro, con quelle della controriforma delle pensioni, con le liberalizzazioni e le privatizzazioni. E’ ridicolo pensare che questo sia un governo a termine di emergenza. Questo è un governo costituente, che sta preparando il programma anche dei governi futuri, purché ovviamente siano in continuità con esso. Questa continuità può essere rotta solo colpendo elettoralmente tutte le forze che sostengono il governo Monti, creando così un nuovo quadro politico. Un quadro politico che impedisca la continuità di quelle politiche economiche che hanno portato Grecia, Portogallo, Spagna al disastro, l’Italia lì vicino, tutta l’Europa in recessione.

Per ottenere questo cambiamento c’è da sperare che, a partire dalla Francia, ci sia una rottura con l’Europa di Monti, Merkel e Sarkozy. E che questa rottura si estenda in tutto il continente. Per questo noi oggi facciamo un appello a non votare tutti i partiti che sostengono il governo Monti. Non votiamoli alle amministrative e prepariamoci a non votarli alle politiche. Non votare e non far votare l’ABC (Alfano, Bersani, Casini) è un mondo concreto per dire no a Monti e alla sua politica disastrosa.